Appassionante, coinvolgente, a tratti anche ironico. L’illustre scienziato Antonino Zichichi ha illuminato per una serata il numeroso pubblico dell’auditorium della “Città della Scienza”, la struttura universitaria affidata da pochi giorni alla Fondazione Cutgana presieduta da Angelo Messina. Per oltre un’ora – nel corso della lectio magistralis sul tema “Scienza, Tecnica e Cultura nel III Millennio: Un Progetto per l’Uomo” che si è tenuta il 12 aprile scorso in apertura del “CutganaTalk”, il ciclo di incontri su argomenti di carattere scientifico, culturale e di attualità organizzati dalla fondazione universitaria - ha illustrato il suo ambizioso progetto, quello di un nuovo “Centro studi e ricerche - Fermi-Majorana” propulsore di coordinamento a livello mondiale per le attività scientifiche, tecnologiche e culturali del “Progetto per l’Uomo”.
Ma il prof. Zichichi si è spinto
oltre. Dopo l’apertura dei lavori (condotti dal
giornalista Piero Maenza) da parte del prorettore dell’Ateneo, Maria Luisa
Carnazza, e dal presidente della Fondazione Cutgana, Angelo Messina, il fisico
originario di Erice ha anche affrontato il capitolo
“emergenza nucleare”. “L’effetto
serra non è un’emergenza nucleare come non lo è l’anidride carbonica. Due
fattori che vengono demonizzati dalla cultura moderna” ha attaccato Zichichi
smentendo così un luogo comune. “Se non ci fosse l’effetto serra questo pianeta
sarebbe per noi invivibile perché la temperatura media sarebbe di –18 gradi,
mentre così registriamo una temperatura di 15 gradi, con un balzo positivo di
32 gradi. E l’anidride carbonica è cibo per le piante e la vita vegetale è la
premessa per la vita animale: senza le piante non ci saremmo neanche noi – ha
aggiunto il prof. originario di Erice -, le vere emergenze planetarie sono 63,
divise in 15 gruppi, eredità dell’ultimo secolo. La guerra fredda, ad esempio,
ha prodotto 60.000 bombe H, una minaccia enorme e un costo immaginabile per
l’umanità. La Federazione mondiale degli scienziati ha prodotto un centinaio di
progetti-pilota per affrontare e risolvere le vere emergenze planetarie, ma
tocca al potere politico consentirne la realizzazione. Scienza, tecnica e
cultura devono agire insieme per un grande progetto per l’uomo del terzo
millennio e per il suo pianeta”.
E sul “Centro di ricerche
scientifiche e tecnologiche, che ad oggi non esiste” il prof. Zichichi ha
evidenziato l’importanza della “struttura in grado di unificare già a livello
di Progetto le tre componenti più importanti per lo sviluppo della società:
Scienza, Tecnologia, Cultura con l’obiettivo principale di aumentare il livello
della qualità della Vita, non solo nelle sue componenti e strutture materiali,
ma tenendo in evidenza l’importanza dei suoi valori”.
Un Centro che, stando alle parole
del fisico, dovrebbe “contare su strutture esistenti impegnate in attività
scientifiche, tecnologiche e culturali che sono esempi unici al mondo”: il
Centro di Cultura Scientifica “Ettore Majorana” di Erice; la Federazione
Mondiale degli Scienziati (WFS); il CERN di Ginevra, il più grande laboratorio
al mondo di ricerche scientifiche di stampo galileiano”.
Maria Grazia Fichera
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